Anche quest’anno l’IC Cavicchi, presso i locali della Scuola Secondaria di primo grado, ha accolto il Premio Internazionale Daniele Po. Il premio, ideato da Nedda Alberghini, conta tra i suoi partner ufficiali il Comune di Pieve di Cento e la Città metropolitana di Bologna e ha come obiettivo la garanzia, il sostegno e la difesa dei diritti civili; lancia uno sguardo attento verso personalità femminili di caratura internazionale che si battono per giuste cause, che vengono supportate e sostenute a diffondere con coraggio e impegno la promozione di valori e la libertà di espressione.

Questa mattina, grazie alle associazioni Case degli Angeli di Daniele e Strade, espressione di solidarietà del territorio cento-pievese, abbiamo avuto il piacere di ospitare Zayneb Bayazidi, attivista originaria del Rojhalat in Iran, che oggi vive come rifugiata politica in Germania ma che ha trascorso diversi anni in carcere perché arrestata dal regime oppressivo nel 2008 a causa del suo impegno come giornalista di una testata vietata dalla dittatura che impone il silenzio su ogni tipo di denuncia contro le violazioni. 

L’incontro di oggi è stato tanto atteso dalle classi terze della Scuola Secondaria: i nostri ragazzi hanno avuto modo di intraprendere un percorso di conoscenza sul popolo curdo e sulla drammatica situazione che si trova costretto a vivere quotidianamente. Puntando l’attenzione sulla lotta portata avanti dalle donne, i ragazzi hanno condiviso impressioni e riflessioni in classe dopo la visione di video e documenti che vertono sull’argomento. I momenti dedicati in classe agli approfondimenti, organizzate dalle docenti di Lettere, sono stati trasformati dagli studenti in cartelloni da regalare ai nostri ospiti: ogni classe ha personalizzato, decorato e si è espressa attraverso parole e colori riassuntivi del loro sentire.

Le parole introduttive di Nedda Alberghini prima, il discorso di Zayneb, corredato di immagini forti ma vere, dopo, hanno tenuto gli studenti in una condizione di silenziosa attenzione che è terminata con le loro domande poste all’attivista.

Negli ultimi momenti, ormai carichi di un’emozione sentita prima e durante l’incontro, ha trovato posto il grido liberatorio e convinto dello slogan “JIN, JIYAN, AZADI” che ha concluso queste due ore di intensa lezione sulla vita e sul mondo e che ha lasciato il posto a un conclusivo momento di allegria e calore in cui gli alunni hanno salutato Zayneb e gli altri ospiti.

Zayneb, ci ha insegnato la forza di lottare per una causa giusta, ci ha insegnato il coraggio di non arrendersi, ci ha insegnato l’importanza degli ideali… Si è espressa tanto per ringraziare il lavoro fatto dagli studenti, si è mostrata grata per l’accoglienza ricevuta e noi tutti, non possiamo fare altro che ringraziare lei per il suo racconto, la condivisione e gli sguardi attenti ma sempre accompagnati dal sorriso che stamattina ci ha regalato.

Due ore passano in fretta, ma quelle di oggi hanno lasciato un segno, quello di un incontro speciale che ha il sapore della libertà.

Grazie